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L’inarrestabile lievitare del prezzo dei combustibili
fossili (petrolio, gas, ecc.), ha indotto i paesi europei, anche sulla scorta
del protocollo di Kyoto, a dotarsi di norme per incentivare l’ autoproduzione
di energia elettrica ed il risparmio energetico.
Il decreto del Min.Att.Prod. 28/7/2005 ha introdotto la possibilità
anche per i privati di dotarsi di impianti di conversione fotovoltaica con
investimenti aventi tempi di ritorno di 8/10 anni (5/7 anni per attività
produttive) a fronte di tempi di “vita” media degli impianti di
30/35 anni.
Inoltre con D.M. 27-7- 2005, il Ministero delle infrastrutture ha definito
l’obbligo della certificazione energetica per gli edifici di nuova costruzione
e per quelli esistenti, oltre i 1000 m2 , da ristrutturare. Essa costituisce
la classificazione dell’efficienza energetica dell’edificio e
quindi dei suoi costi di gestione. Si capisce subito che gli edifici esistenti
non isolati termicamente o isolati con le tecniche degli ultimi 30 anni (generalmente
poco o male) avranno comunque interesse, anche se non obbligati dal decreto,
a ripensare la loro efficienza energetica in quanto il loro spreco di energia
(pregiata e sempre più costosa) oltre ad aggravarne i costi di gestione,
li declasserà sul piano del loro valore immobiliare. Sono previste
in tal senso forme di incentivazione. Chi dovesse mettere in cantiere la costruzione
di un nuovo edificio, fin d’ora si trova a dover decidere con l’aiuto
possibilmente di un “energy manager”, in quale classe di “qualità
energetica” collocarlo e quindi quale livello di tecnologie e di costi,
ma anche di valore e di commerciabilità, assegnargli.
La classificazione energetica non dipende solo dal grado di isolamento termico
delle strutture ma anche dal controllo della radiazione solare incidente sulle
superfici trasparenti, dall’aumento dell’efficienza energetica
degli impianti di climatizzazione (sono già perfezionate tecnologie
per la refrigerazione con macchine ad assorbimento alimentate con acqua calda
prodotta da pannelli solari) e produzione di acqua calda sanitaria da solare
termico, dalla riduzione delle dispersioni dei fluidi caldi o freddi termovettori,
dall’utilizzo di lampade ad alta efficienza, dall’utilizzo di
sistemi di regolazione, controllo, gestione e contabilizzazione atti ad ottimizzare
il funzionamento degli impianti al carico e al confort richiesto dagli occupanti.
Oltre agli ambiti di cui sopra, già regolati da leggi dello stato,
esistono poi, per chi volesse percorrere con determinazione le strade del
risparmio e della razionalizzazione dei consumi, una quantità di altri
accorgimenti tecnicamente realizzabili con costi modesti. SCOPRITELI
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